giovedì 20 marzo 2008

Perchè la Cina non può lasciare il Tibet libero?


Le motivazioni potrebbero essere tante, ma mi è difficile reperire informazioni certe...
C'è chi dice che il Tibet deve essere cinese per una questione puramente nazionalistica, chi per questioni econimiche (abbondanza di materie prime, grande attrattività turistica) infine si sostiene la tesi del vantaggio militare/strategico del territorio tibetano in caso di eventuali guerre.

Voi cosa ne pensate? Oltre ai commenti attivo un sondaggio qui a fianco.

giovedì 6 marzo 2008

Possiamo Fare Tutto

“Sin dalla più tenera età Wolfgang Amadeus Mozart dimostrò un talento musicale straordinario. Il padre, musicista, lo addestrò all’arte musicale sin da giovanissimo insieme alla sorella di cinque anni più grande, tuttavia i risultati dello studio del bambino erano migliori rispetto alla pur dotata sorella e a dir poco stupefacenti: Wolfgang iniziò a comporre all’età di 4 anni e divenne presto un mito, uno di quei miracoli che Dio manda sulla terra ogni 100 generazioni o forse più. La musica di Mozart fece il giro di buona parte dell'Europa: Monaco, Francoforte, Bruxelles, Londra, Parigi furono solcate dal nostro genio musicale.
Mozart, ormai più che ventenne, esibì il suo estro anche in Italia soggiornando col padre a Bologna, Napoli, Roma, Venezia, incontrando molti artisti importanti della penisola e compiendo gesta immortali armato del suo genio musicale: si dice che a Roma, dopo aver assistito al miserere di Vittorio Allegri (un'opera importante composta in alcune sue parti di nove voci distinte) Mozart fu in grado di trascriverla totalmente a memoria senza alcun errore.
Tale leggenda è forse esagerata: è assai più plausibile che Mozart ebbe bisogno di un secondo ascolto per esaurire il suo compito di trascrizione, ciononostante non vi è probabilmente mai stato nessuno al mondo in grado di eguagliare Mozart in questa e molte altre gesta.

Proprio durante il viaggio che da Roma l'avrebbe riportato a Salisburgo Mozart si trovò a passare nei pressi di un casale abbandonato, in un luogo non meglio precisato dell'attuale Toscana. La vista di quel luogo fu di tale ispirazione per il giovane Mozart da portarlo a prendere una decisione che, nonostante le minacce del burbero genitore che lo accompagnava, si sarebbe rivelata irremovibile: sarebbe rimasto in quel luogo e avrebbe coltivato la terra, vivendo dei suoi frutti.
Da quel giorno la vita di Mozart cambiò radicalmente: le sue mani si indurirono per il duro lavoro cui erano costrette, la sua pelle si scurì e il suo odore si fece via via meno gradevole giacché Mozart dovette smettere di lavarsi, truccarsi e profumarsi con la frequenza di prima.

Tuttavia l'aria che Mozart respirava aveva ormai un profumo assai più gradevole e intenso: era il profumo della libertà. Il talento musicale di cui prima era schiavo, che lo costringeva ad esibirsi come un animale da circo, divenne ora il dolce sottofondo della sua vita.
La sua musica lo accompagnava ritmando la zappa che scalfiva la dura terra, cullando i figli che la sua donna gli donava, liberandosi nel casale ormai riportato a nuova vita ogni volta che Mozart suonava il suo clavicembalo o il suo violino.

Infatti Mozart non smise di suonare e di comporre, né la sua fama si spense mai del tutto.
A cadenza più o meno regolare emissari delle corti di tutta Europa passavano a ritirare, dietro lauto compenso, le opere che avevano commissionato. Mentre Mozart godeva della vita che aveva scelto, la sua musica era assaporata da migliaia di persone che ormai lo amavano senza averlo mai visto.”

Mozart ci ha lasciato alcune tra le più belle pagine di musica mai scritte, forse se la sua vita fosse andata come narrano le righe precedenti ci avrebbe lasciato pagine diverse da quelle che conosciamo. Non ci è dato sapere se sarebbero state migliori o peggiori.
La differenza è però enorme tra il Mozart storico e il Mozart di queste righe: sta nella capacità dello stesso di decidere della sua vita, attivamente.

La libertà di un uomo conta forse di più del contributo che lascia alla società in cui vive e ai posteri, dà un significato alla vita nel momento stesso in cui la stessa si dipana, istante dopo istante.
La ricerca di uno spazio sui libri di storia, o comunque di una memoria anche tra i contemporanei, è spesso un falso mito che ci porta ad essere schiavi di ciò che ci circonda. Proprio mentre ci illudiamo di lasciare un segno nel mondo, il mondo marchia a fuoco la nostra vita.